Yamaha alza il sipario su PSR-EW320 e PSR-E383

Con un impegno costante verso l’innovazione, Yamaha aggiorna con perseveranza il catalogo di tastiere di primo ingresso, ideali per giovani talenti che si avvicinano per la prima volta al mondo della musica digitale. Il rinomato produttore giapponese, noto per la propria strategia di presentare modelli affini a ritmo di due per volta, mantiene questa tradizione anche in questa occasione, offrendo una coppia di strumenti che sono un ponte verso il futuro musicale di ragazzi e ragazze. Le caratteristiche dei due modelli coincidono sostanzialmente tranne quanto segue:

  • PSR-EW320 ha 76 tasti dinamici, pesa 5,2kg e le dimensioni valgono 1.148 mm × 105 mm × 317 mm.
  • PSR-E383 è più compatta, ha 61 tasti dinamici, pesa 4,4kg ed occupa uno spazio pari a 941 mm × 105 mm × 317 mm.
Fonte: Yamaha Keyboards Official

Questi due modelli mandano in pensione i due predecessori (PSR-EW310 e PSR-E373) la cui uscita risaliva al settembre 2020. Rispetto quei modelli, le novità principali di questo annuncio riguardano l’estensione del numero di voci (da 622 a 650) e degli stili di accompagnamento (da 205 a 260, oltre a 10 locazioni di memoria per aggiungere altri stili). Per il resto poco o nulla cambia: il generatore sonoro è l’eterno AWM Stereo Sampling, le note di polifonia sono sempre 48, lo schermo LCD monocromatico si conferma minimale. La presenza di 12 voci Super Articulation Lite aumentano le possibilità di arricchire le proprie performance di varietà ed intensità. Il DSP effetti svaria fra Reverb, Chorus, e Master EQ. I suoni di tastiera possono essere suonati in modalità Dual, Split e Duo. I pattern dell’arpeggiatore sono 152 ed è possibile silenziare la parte della melodia nelle basi MIDI.

Il riconoscimento degli accordi si presenta con la veste del semplice Smart Chord o nel più ricco Fingering. È rilevante notare che queste tastiere offrono la funzionalità Auto Chord, che consente di attivare automaticamente la progressione di accordi appropriata per ciascun accompagnamento; nel caso si voglia fare di più, sono disponibili 50 sequenze di accordi richiamabili liberamente in alternativa e che sono ispirate dai brani più famosi della storia musicale degli ultimi decenni. La mano sinistra è quindi libera dal dover comandare la progressione armonica dello stile e si potranno suonare più facilmente le canzoni preferite usando gli accompagnamenti.

È possibile collegare un PC direttamente grazie all’interfaccia USB audio di serie e la mobilità è garantita dallo slot per sei batterie AA (LR6).

Essendo destinati ai principianti del mondo della musica, i due nuovi strumenti Yamaha includono le note funzioni di educazione musicale, accompagnando gli studenti nella pratica e negli esercizi con solo la mano destra, solo quella sinistra o con entrambe le mani, e riproducendo in loop frasi specifiche. Sono incluse 125 brani su cui esercitarsi. La funzione Keys To Success estrae le frasi necessarie per prendere confidenza con i brani incorporati ed esercitarsi passo dopo passo.

Sono strumenti disegnati per divertirsi a suonare senza pensieri e muovere i primi passi nella pratica e nell’esercizio musicale.

Due nuove stelle nel firmamento del cielo: Peter Baartmans e Michael Geisel

Nei giorni scorsi si sono diffuse improvvisamente notizie tristi. Due persone, che hanno fatto la storia degli arranger negli ultimi 30 anni, sono scomparse nel giro di pochi giorni, a seguito di rapide ma implacabili malattie.

Ci ha lasciato Peter Baartmans, noto dimostrare Yamaha di origini olandesi (YouTube pullula di suoi filmati con modelli Tyros, Genos, PSR-SX e Clavinova CVP).

Peter Baartmans

E poi dalla Germania è giunta la tragica notizia di Michael Geisel, protagonista di Korg Italy e dei suoi arranger. Di quest’ultimo, l’amico Riccardo Gerbi ha appena pubblicata un’importante memoria su SM Strumenti Musicali. Consiglio vivamente la lettura a tutti.

Oscillazione prezzi arranger | Aprile 2024

Nei giorni scorsi, abbiamo aggiornato la pagina di questo sito dove diamo abitualmente riscontro della tendenza dei prezzi di vendita al dettaglio delle tastiere con accompagnamenti: fate clic qui Prezzi di riferimento | l’offerta sul mercato arranger per consultare la tabella prezzi completa.

Disegnato da TastiereArranger.com

Ora commentiamo insieme come i listini siano cambiati rispetto il precedente aggiornamento che risale a luglio 2023. Vi anticipo solo che quasi tutti i modelli hanno registrato un calo dei prezzi. Per i pochi distratti, ricordo che gli importi menzionati sono puramente indicativi e il metodo di rilevamento prezzi è descritto nello stesso articolo, citato qui sopra.

Top di gamma

Nell’area delle ammiraglie e degli strumenti iper-galattici, rispetto un anno fa, registriamo la comparsa di Yamaha Genos2, modello di cui vi abbiamo parlato in lungo e in largo. Se confrontate il suo prezzo con quello del suo diretto concorrente (Korg Pa5X a 76 tasti), osservate come il prodotto Yamaha sia superiore di 210 euro circa: questo distacco si spiega con il fatto che Genos2 vive ancora del rigoglioso periodo iniziale di vendite e che Korg – per contrastare la sfida – ha abbassato il prezzo di Pa5X di una quota pari al 12% circa. Vedremo fra sei mesi se questi prezzi saranno riallineati. In generale, tutti i modelli al top di gamma hanno visto un calo di listino: i maggiori sbalzi, hanno dato respiro a Ketron SD-60 (-13%) e Pa5X (della versione a 76 tasti abbiamo già detto mentre gli altri due modelli ad 88 e 61 tasti hanno visto un calo del 10%). Il nuovissimo Ketron Event EVM non dà ancora segni di vita sul mercato.

Arranger workstation

Nel segmento degli arranger medi, il più stantio fra tutti visto che dal 2019 non vede novità. Per la cronaca, siamo fiduciosi: qualcosa cambierà entro la fine del 2024. La riduzione maggiore di listino ha contraddistinto Korg Pa1000 che, recentemente, è tornata presente nei negozi in quantità. Il calo di prezzo è significativo: -15%. Il resto è stabile. Soprattutto Pa700. Fra qualche mese, è ragionevole attendersi la discesa di prezzo dei due modelli Yamaha (PSR-SX900 e PSR-SX700), mossa utile per lo smaltimento delle ultime scorte.

Arranger standard

Fra gli arranger standard, diamo il benvenuto ai nuovi strumenti Roland: GO:KEYS 5 e GO:KEYS 3 il cui posizionamento di prezzo li porta a duellare con Yamaha PSR-EW425, PSR-E473, Korg EK-50 L e Korg i3.
Il prezzo è crollato per Casio CT-S500 (-19%) probabilmente in ragione di scarse vendite: a dire il vero, questa cosa mi sorprende viste le discrete caratteristiche del prodotto e la buona collocazione nel piano cartesiano del rapporto prezzo-qualità. I negozi hanno ridotto mediamente del 6% il prezzo di PSR-SX600: ottimo strumento ma – forse – bisognoso di maggiore motivazione economica per essere spinto alle vendite.
Tiene il prezzo e, addirittura, aumenta Korg EK-50 L. Cala il suo predecessore EK-50 ormai in via di esaurimento.

Arranger per esordienti

Incredibile a dirsi, ma nella fascia degli arranger di primo ingresso (solitamente molto attiva) non abbiamo registrato nuovi modelli dallo scorso anno. Una novità ci sarebbe stata – Yamaha PSR-283 – ma, essendo dotata di tasti NON dinamici si autoesclude dalla nostra attenzione.
Le variazioni di prezzo dei modelli a listino sono minime: spiccano due eccezioni, l’aumento di Yamaha PSR-E373 (+7%) e il calo di Roland E-X10 (-7%).

Pianoforti arranger

Terminiamo in bellezza con i pianoforti dove fanno la loro comparsa i nuovi Clavinova CSP con sezione arranger demandata all’app Smart Pianist (i modelli sono CSP-295, CSP-275 e CSP-255). Per quanto riguarda gli altri modelli, i prezzi sono in discesa generalizzata: Yamaha DGX-670 scende del 16%, Roland FP-E50 e Korg XE-20 calano dell’11%, mentre Yamaha P-S500 e Roland GO:PIANO 61P ridimensionano il prezzo del 4%.

Alla prossima!

Yamaha P-S500: la mia recensione su SM Strumenti Musicali

Se siete interessati a valutare un pianoforte arranger, vi consiglio vivamente di leggere la recensione di Yamaha P-S500, appena pubblicata su SM Strumenti Musicali. La sezione arranger presente nello strumento può essere pilotata nella sua completezza da Smart Pianist, app per tablet o smartphone.

Ho avuto la fortuna di provare lo strumento e vi posso assicurare che “mi ha lasciato una favorevole impressione: dovermene separare alla fine del periodo di prova, mi è costato una lacrimuccia. Suonare con i tasti pesati una vera sezione arranger è un’emozione considerevole e la facilità d’uso dello strumento mi ha permesso una buona intesa sin dal primo giorno. E anche l’integrazione con i brani audio e MIDI ha concesso grandi momenti di creatività e di svago”.

Potete leggere il testo completo della recensione in questo articolo: buona lettura!

Roland alza il sipario su GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5

Nel 2017 Roland aveva creato una nuova serie di tastiere con accompagnamenti distinguendola nettamente dalla serie E-X degli arranger più convenzionali. Sono i modelli catalogati come Entry Keyboards, riconoscibili dal prefisso GO. È in questo contesto che, nei giorni scorsi, Roland ha annunciato la nascita di due nuovi modelli, vale a dire GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5.

Foto http://www.roland.com

I due nuovi prodotti vanno a rinnovare una storia di discreto successo e che, in buona sostanza, deve la propria popolarità al fatto di essere una proposta dal listino molto economico a fronte di dimensioni/pesi compatti e suoni di apprezzabile qualità per la categoria.

Rispetto il primo modello di GO:KEYS, qui abbiamo a disposizione (udite! udite!) il generatore sonoro ZEN-Core, che è il segno distintivo che afferisce tutto il catalogo di ultima generazione della casa giapponese per synth, workstation e pianoforti. Di serie, il numero di timbri di bordo raddoppia (1154 timbri e 74 drum kit) e le macchine sono espandibili con pacchetti addizionali scaricabili dai servizi di Roland Cloud. Anche la dotazione di unità effetti cresce: due dispositivi Tone MFX, un dispositivo Total MFX e un processore per il riverbero.

Dalla lettura della scheda tecnica, sembra emergere che i 61 tasti sono gli stessi della prima GO:KEYS, sono cioè leggeri ma la forma box-shape e la sensazione tattile li rende comunque interessanti. L’inedito ma rudimentale Loop Mix viene sostituito da una vera sezione di 203 accompagnamenti automatici appartenenti alla famiglia Z-Style. Vi confido che sono molto curioso e non vedo l’ora di provarli, avendo avuto modo di saggiare la buona qualità innovativa nel repertorio visto in Roland FP-E50, di gran lunga superiore rispetto gli arranger Roland della serie E-X, che sembrano cosa veramente modesta a confronto.  Gli stili sono controllabili tramite Start, Stop e Sync Start; c’è un solo Intro, un solo Ending, ma ci sono quattro variazioni. È possibile escludere singole parti dell’accompagnamento (Part Mute).

Foto http://www.roland.com

Pregevole è la presenza di Chord Sequencer di fabbrica con 304 tipi di progressioni pronte all’uso. Le impostazioni possono essere salvate (e poi richiamate) grazie a 256 locazioni di memoria denominate User Scene. Queste possono essere esportate e importate da supporto esterno, rendendo illimitato il numero di registrazioni.

Sulla macchina è presente un lettore/registratore di basi MIDI “in formato proprietario” (sic!) e uno di brani audio (WAV), con l’aggiunta di un lettore (e non registratore) di basi MP3. Il collegamento Bluetooth supporta audio e MIDI (brava Roland!), mentre il collegamento via cavo con PC/Mac avviene tramite porta USB Type-C (anche questa gestisce traffico audio e MIDI). Un piccolo schermo grafico LCD permette di controllare visivamente le funzionalità dello strumento.

GO:KEYS 5 si distingue da GO:KEYS 3 per il sistema sonoro più potente (nulla di eclatante in entrambi i casi), l’ingresso microfonico con effetti vocali, il doppio ingresso pedale, la presa AUX input e le due classiche uscite stereo. Gli strumenti pesano rispettivamente 4,9kg e 4,5kg mentre le dimensioni combaciano: 950x286x87 mm.

Queste tastiere sono facilmente trasportabili e, grazie ad otto batterie di dimensioni AA, si possono suonare letteralmente dappertutto! Fra gli accessori da acquistare a parte, ci sono leggio e adattatore wireless (WC-1). Fra i benefici della compatibilità con Roland Cloud, si segnala la possibilità di scaricare l’app Melodics Essentials, utile per imparare a suonare le tastiere ed esercitarsi.

I prezzi sono aggressivi (GO:KEYS 3 si trova in vendita al prezzo di 409 euro e GO:KEYS 5 al prezzo di 542 euro).

Sulla carta mi sembra una buona notizia, soprattutto perché questi modelli hanno le carte in regola per attrarre le giovani generazioni al pianeta arranger.

KORG Pa1000: rilascio del sistema operativo V1.5.1

Il professional arranger KORG Pa1000 riceve in questi giorni un aggiornamento che ovviamente NON espande fisicamente la memoria User dedicata ai campioni, ma permette di gestire in quella stessa memoria un numero di dati superiore del 60%. Stop. L’annuncio non dice altro.

Il sito ufficiale Korg riporta la notizia nell’area news ma la nasconde dalla Home Page dove solitamente sono evidenziati con enfasi tutti gli annunci dell’azienda.

Questa novità non riguarda il fratello minore Pa700: non ho informazioni sufficienti per capire se ci sia un legame con il fatto che il distributore nazionale Algam Eko segnala che Pa1000 sarà presto nuovamente in pronta consegna, mentre Pa700 resta “Non disponibile”.

Personalmente, mi sono dato un paio di spiegazioni alternative (sono mie deduzioni e potrei sbagliarmi): da una parte, in un certo qual modo, in Korg Italy si è trovato un metodo per recuperare uno spazio di memoria che era stato sinora inutilizzato; un’altra ipotesi è che si sia scovato un modo rapido e indolore per inserire su Pa1000 l’algoritmo di compressione presente nell’ammiraglia Pa5X, magari superiore rispetto i modelli precedenti. Qualunque sia la spiegazione reale, ahimè, questa soluzione non è stata possibile su Pa700, un autentico gioiello tra gli arranger, la cui disponibilità ha purtroppo registrato periodici momenti di penuria nel corso degli anni.

Da grande estimatore degli arranger Korg quale sono, cerco di collocare questa notizia all’interno di uno scenario dove il completamento del parco software di Pa5X non è ancora stato raggiunto mentre non si intravede ancora all’orizzonte il lancio dei successori di Pa1000/Pa700. Sottolineo questo aspetto perché – a seguito dell’uscita di Yamaha Genos2 – non sarei sorpreso di assistere entro la fine di quest’anno all’ingresso sul mercato dei discendenti di PSR-SX900 e PSR-SX700, i due modelli direttamente concorrenti di Pa1000/Pa700.

In breve, i possessori di KORG Pa1000 sono fortunati e possono scaricare il nuovo aggiornamento, soprattutto se fanno uso della memoria User per nuovi campioni. E gli eventuali potenziali clienti di Pa1000 ora hanno un motivo in più per acquistare questo prodotto, sempre nel caso sia questo un aspetto importante per orientare il proprio acquisto.

Di più, allo stato attuale dell’arte non saprei che dirvi. Korg e Algam Eko sono abbottonati e non rilasciano dichiarazioni.

Arranger Legacy | KORG iS40 e i40M

Oggi approdiamo alla decima puntata di Arranger Legacy, la rubrica che – in modo trasversale – potete seguire sul web con i contributi di Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali, Giorgio Marinangeli sul suo blog e Marcello Colò su YouTube. Il modello vintage protagonista dell’episodio odierno è KORG iS40 e, dietro di lui, le sue varianti (i40M innanzitutto ma anche iS50 e iS35).

La nascita di Korg Italy

Nel mese di novembre 1996, una nuova realtà di sviluppo arranger entra in azione in Italia per conto della giapponese Korg Inc. Il nuovo laboratorio viene inaugurato ad Osimo nelle Marche al fine di creare progetti Made in Italy a favore soprattutto dei mercati europei e medio-orientali. La scelta delle Marche non è un caso, visto che in quell’area si concentra in quegli anni un numero elevato di aziende di strumenti musicali fra quelle più celebri nel mondo. Questa esperienza industriale nasce come un sinergico abbraccio fra creatività e passione che – a partire dal suo cuore italiano – irradia per lunghi anni (ancora oggi!) nuove tecnologie musicali, a favore della comunità dei tastieristi nel mondo.

Negli anni precedenti, la casa madre giapponese si era fatta apprezzare grazie alla produzione di tastiere con accompagnamenti, modelli di gran lustro, fra cui la mitica i3, seguita da i4S, i5S/i5M e iX300. La nuova realtà aziendale italiana nasce dunque con l’obiettivo di innovare quel panorama musicale andando a sviluppare e produrre nuovi arranger per la serie “i”.

KORG iS40

Il nuovo centro R&D si forma reclutando alcuni fra i progettisti migliori che erano al lavoro presso GeneralMusic: non è un caso che il declino dell’azienda romagnola coincida con gli inizi roboanti di Korg Italy. L’avvio delle operazioni marchigiane registra il proprio esordio ufficiale con la progettazione e il lancio dell’arranger iS40 nel 1998.

L’esordio con iS40

I punti di forza di iS40 sono merito dell’architettura ereditata da i3 che qui viene semplificata a favore di un uso più immediato e intuitivo. L’elettronica e il firmware sono quelli originali di ideazione giapponese: ma la mentalità musicale è ora quella italiana. Il generatore sonoro AI2 Synthesis e il processore continuano ad operare con 32 oscillatori e altrettante note di polifonia. La wavetable cresce di spazio e così anche il numero di campioni, per un totale di 320 voci. L’inclusione dell’utile Aftertouch, sotto i 61 tasti Fatar, costituisce un segno distintivo di uno strumento di elevata qualità, destinato ai musicisti raffinati. Gli stili di accompagnamento sono 128 e sfruttano altrettanti Arrangement: quest’idea di disaccoppiare i pattern degli stili dai comandi MIDI di assegnazione delle voci (Program Change, effetti, tempo), crea apparentemente un’insolita ridondanza: in realtà, l’idea originale era stata concepita con i3 con l’obiettivo di ampliare il numero di stili preset, ottimizzando l’uso della limitata memoria disponibile.

Torniamo a iS40, dove troviamo il riconoscimento accordi ideato da Stephen Kay (il padre di KORG Karma) e che durerà a lungo anche nei modelli successivi, almeno fino a quando non saranno sviluppate le nuove NTT (intorno al 2000). Due classici processori di effetti stereo sono a servizio dello strumento, utilizzando un piccolo set di 47 effetti.

Lo strumento lavora per “modi”: Arrangement Play, Backing Sequence, Song Play, Song Edit, Program, Disk/Global. Tale organizzazione del sistema operativo secondo “silos separati” sarà lo standard in casa Korg per molti anni: per vederla superata, si dovrà aspettare il 2022 con il lancio di Pa5X.

KORG iS40

Il dispositivo per caricare e salvare dati è sempre lui, il floppy-disk noto per essere un drive innovativo e silenzioso per l’epoca: non si sente il classico clic all’inserimento di un dischetto; è un piccolo dettaglio ma significativo per chi fa musica. Il repertorio di suoni e stili è adeguato alle esigenze di chi effettivamente suona gli arranger in giro per i locali: sempre di più, gli arranger Korg sfumano l’anima rock degli inizi e danno spazio della musica da ballo in vigore all’epoca. Pur essendo tutta plastica, iS40 pesa buoni 12,9kg.

Lo strumento guadagna sul campo una buona reputazione, offrendo Aftertouch e suoni paragonabili a quelli di tastiere più costose. È facile da usare e gli aspetti meno intuitivi sono illustrati e spiegati con chiarezza dal manuale utente di ottima stesura, grazie al lavoro di Paolo Tramannoni. La possibilità di aggiornare il sistema operativo non è banale per l’epoca e viene apprezzata da molti. Fra le altre benvenute caratteristiche, ricordiamo lo spazio a bordo per caricare 16 stili utente e 64 arrangiamenti, con la pecca di non poter creare stili nuovi direttamente sullo strumento. iS40 è comunque in grado di importare gli stili degli strumenti Korg precedenti (come i3) anche se, vista la diversa tabella di voci, suonano secondo gusti più convenzionali e meno ruggenti.

Il lettore di basi MIDI sfrutta i suoni GM dei prodotti di Korg Japan: erano molto validi, ma un adattamento competitivo allo standard di riferimento (Roland Sound Canvas) sarà possibile solo con i modelli successivi della serie Pa.

Il lancio sul mercato italiano avviene con la regia di Syncro (azienda di Numana in provincia di Ancona) distributore ufficiale dei prodotti Korg in Italia all’epoca. L’impatto sul mercato è notevole: le vendite sono adeguate agli obiettivi aziendali. Fra i diversi concorrenti diretti con cui iS40 si misura, in competizione commerciale, possiamo citarne due: Roland G-600 e Solton by Ketron MS-100.

Protagonisti del progetto

Il gruppo che realizza iS40 è guidato da Francesco Castagna responsabile del progetto; c’è poi Jurgen Schmitz direttore del centro R&D, mentre Max Tempia coordina la parte musicale e Roberto Marcucci si occupa dei suoni. La programmazione degli stili è il risultato di un lavoro di squadra nel laboratorio di Osimo.

Il lavoro di design per iS40 viene commissionato al Team CSD, composto da Aldo PetilloEliana Lorena e Andrea Dichiara. Questi talentuosi designer realizzano un progetto innovativo di tastiera elettronica, finiture, grafica e ingegneria di alto livello estetico e funzionale. Il look dello strumento spicca per originalità, rispetto quanto s’era visto fino ad allora. Il risultato riceve riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Design Hannover nel 1998 e il Premio Good Design Chicago nello stesso anno. E. Lorena A.Petillo design -Team-csd

Evoluzione: iS50, i40M e iS35

La produzione di iS40 viene affiancata da una versione più economica dello stesso strumento iS50. Quest’ultimo si distingue per l’assenza di Aftertouch e Keyboard Set e per una memoria ROM inferiore di 2MB (12MB contro 14MB del modello superiore). Il pedale Damper condivide l’ingresso con il pedale assegnabile, mancano gli ingressi Audio Input e non è presente l’ingresso per la pedaliera KORG EC-5. Le porte MIDI sono ridotte all’essenziale (IN, OUT), gli amplificatori di bordo hanno minore potenza (2x8W vs 2x14W) e manca la rotella del DIAL.

KORG i40M

L’anno successivo (1999), Korg Italy realizza i40M una versione a modulo di iS40 e che si distingue, oltre al fatto di non avere una tastiera, per la presenza di un armonizzatore vocale, per la prima volta nella serie i.  Con l’aggiunta dei tasti e con il cambio di colore della scocca da grigio a blu, i40M diventa iS35, l’ultimo modello di Korg Italy prodotto con hardware e software di provenienza giapponese.

iS40, iS50 (in versione blu iS50B), i40M e iS35 faranno incetta di vendite in Italia e all’estero sotto l’egida dell’azienda di Osimo, in attesa del giorno in cui l’azienda italo-giapponese farà il botto mondiale con Pa80, il modello che vanterà uno straordinario record di vendite fra tutti i modelli prodotti con il marchio KORG. Ma questa è un’altra storia da raccontare.

Grazie

Le fonti che mi hanno permesso di raccogliere informazioni di prima mano e scrivere l’articolo che avete appena letto sono Andrea Bernardelli, ex Product Specialist di Korg, e Max Tempia di cui vi abbiamo raccontato vita e miracoli grazie ad una lunga intervista che ha rilasciato ai lettori di questo blog. Ringrazio entrambi per la loro disponibilità e partecipazione.

E ora godiamoci il video dimostrativo di KORG i40M grazie alla bravura di Marcello Colò.

Yamaha MIDI Song to Style: la mia esperienza

Ebbene Yamaha l’ha fatto. L’ha FINALMENTE fatto. Ha sviluppato e rilasciato un software di utilità che permette di creare uno stile di accompagnamento partendo da un MIDI file e oggi posso raccontarvi l’esito della mia prova che ho potuto sperimentare nei giorni in cui ho avuto un esemplare di Genos2 a disposizione.

Sebbene l’annuncio sia stato fatto insieme al lancio della stessa Genos2, in realtà il nuovo software è in grado di generare stili anche per gli altri modelli di arranger Yamaha di ultima generazione: PSR-SX600, PSR-SX700, PSR-SX900, PSR-A5000, Genos e, ovviamente Genos2. Di più: il manuale utente recita la possibilità di poter generare stili anche per tutti i modelli precedenti compatibili con il formato SFF GE (detto anche Style Format 2) e cioè da Tyros3 e PSR-S910/PSR-S710 in poi: in questi casi, ci si dovrà però arrangiare per creare un parse file specifico per ogni modello, con la mappatura delle voci preset; sono informazioni necessarie per consentire al software di assegnare i suoni alle varie parti. Al momento, Yamaha ha pubblicato le Voice List solo per i modelli più recenti citati qui sopra.

A dire il vero, questo tipo di applicazioni software non rappresenta una novità assoluta: in origine, si potevano creare stili da MIDI file tramite StyleWorks XT, un software per PC che era noto soprattutto per la funzionalità di conversione stili fra le diverse case di produzione arranger (Roland, Korg, Yamaha, Ketron, GEM, Technics e Wersi). Sull’argomento, in passato si era poi cimentata Roland, rilasciando prima una versione basica della funzionalità a bordo di E-50 ed E-60, e poi – ai tempi della serie BK – un software esterno noto con il nome di SMF-to-Rhythm Converter. Anche Korg aveva fatto una sorta di “tentativo” con Style Creator Bot con i Professional Arranger della generazione Pa4X, Pa700 e Pa1000.

Ora, anche Yamaha va a coprire quest’area e, ovviamente, lo fa con gran classe rendendo disponibile a titolo gratuito un prodotto completo e facile da usare. Il punto di forza è nella possibilità di determinare con esattezza quali misure della song siano da utilizzare per popolare gli specifici pattern di uno stile (Intro1-3, Main 1-4, Fill-In 1-4, Break ed Ending 1-3). Prima della generazione automatica di uno stile, è possibile impostare con precisione la fonte da cui trarre le parti del brano musicale per generare le singole variazioni. Fortissimo!

Vediamo come funziona.

Pagina Easy di Yamaha MIDI Song to Style

Esperimento 1: Convertiamo un MIDI file già in formato XG

Sono partito da uno Standard MIDI File già ottimizzato per l’ambiente Yamaha XG: per i più curiosi, sappiate che si è trattato di Wonderful Tonight di Eric Clapton.

Quando si apre il MIDI file, il software Yamaha avvia la conversione automatica (Easy) e tenta di assegnare le misure alle diverse variazioni dello stile, ma i segmenti dei pattern proposti sono tutti scombinati. Per fortuna, è possibile lavorare con la funzione Edit per sistemare le cose.

  • Ho trovato comodissimo lo zoom per selezionare un pattern e lavorare di mouse per spostare con precisione la misura di inizio e di fine di ogni segmento, altrimenti si rischia di produrre risultati approssimativi.
  • In alternativa, ho lavorato sulla parte alta dello schermo per selezionare prima il segmento: ho poi premuto il pulsante + per aprire una finestra in cui assegnare le misure ad un pattern.
  • Data la struttura del brano creato, ho potuto generare un solo Intro e un solo Ending.
  • Mi è mancata la disponibilità di una semplice finestra di editing numerico. Onestamente, sarebbe stato comodo avere una tabella numerica in cui imputare a mano i numeri: ad esempio, dalla misura 1 alla 4 è l’Intro 3 e così via.
  • Ho trovato utile poter recuperare alcune tracce di accompagnamento che erano state ignorate dalla conversione di default: insomma tutte le parti del brano si possono aggiungere dal materiale MIDI esistente (Rhy1, Rhy2, Bass, Chd1, Chd2, Phr1, Phr2). Nello stesso modo, si può decidere di escludere tracce della song dalla conversione.
  • Avendo collegato tramite USB MIDI il PC a Genos2, ho potuto collaudare lo stile prima di salvarlo e poter quindi fare gli aggiustamenti del caso: c’è una finestra chiamata Chord Palette con cui cambiare gli accordi suonati in tempo reale.

Quando si salva lo stile, suggerisco di dare nomi diversi per le diverse take (come sempre, conviene fare così per essere certi di non perdersi nulla). Yamaha MIDI Song to Style salva uno stile (.sty) e anche un progetto .sts per rielaborazioni successive.

Ho riportato lo stile su Genos2 e il risultato è stato molto buono: ho potuto suonare i pattern del brano originale pilotando lo stile in modo naturale e fluido. Sono stato evidentemente favorito dal fatto che il MIDI file originale era già ottimizzato per gli arranger Yamaha e suonava già bene di suo. Fantastico!

Pagina Edit di Yamaha MIDI Song to Style

Esperimento 2: Convertiamo un MIDI file non XG

Ho ripetuto l’esperimento con un altro Standard MIDI file in General MIDI ma non ottimizzato per gli arranger Yamaha. Per la cronaca, Black Magic Woman di Santana.

Anche qui, ho dovuto lavorare di editing per individuare quali segmenti della song erano adatti per ciascuna variazione dello stile, ma ho scoperto altre funzioni utili di Yamaha MIDI Song to Style.

  • Mettendo il brano in playback, è possibile ascoltare anche la traccia della melodia e, in questo modo, individuare facilmente introduzione, strofe e ritornelli.
  • Leggermente più complicato è stato individuare le misure migliori da assegnare ai Fill-In (questi hanno la durata fissa di una misura, senza eccezioni).
  • La difficoltà massima è stata quella di trovare una misura assegnabile al Break.
  • Mi è stato possibile cambiare i suoni generici della song MIDI passando alle voci di qualità superiore ed esclusive di Genos2. Con il cambio di voci, anche i volumi delle tracce di accompagnamento hanno richiesto di essere “aggiustati”.
  • Il programma non consente di editare la sezione CASM dello stile e quindi non ho potuto lavorare sulle memorie OTS. Non è stato un problema: l’ho fatto agevolmente sulla tastiera arranger in un momento successivo.

Il risultato è stato comunque dissonante su Genos2: ho dovuto lavorare sul mixer dello strumento per sistemare ulteriormente i livelli delle tracce e gli effetti dello stile. È stato un lavoraccio: se il brano MIDI non suona bene sull’arranger Yamaha, è molto meglio sistemarlo prima di darlo in pasto al convertitore. Tale sistemazione è possibile in una DAW su PC/MAC, oppure direttamente nel mixer di bordo dell’arranger Yamaha, mentre la scelta di sistemare livelli ed effetti su Style Creator non si dimostra altrettanto agevole.

Assegnazione voci e controllo volumi tracce con Yamaha MIDI Song to Style

Esperimento 3: Rigeneriamo uno stile originale preset

Ho utilizzato uno stile preset di Genos2 (Songwriter) per registrare un brano musicale sfruttando MIDI Quick Recording e suonando tutti i pattern dello stile (Intro 3, Main A-B-C-D, con tutti Fill-In attivi, anche un Break ed Ending 3). Ho ottenuto in questo modo un MIDI file e l’ho importato su Yamaha MIDI Song to Style. Volevo vedere come si sarebbe comportato il nuovo software Yamaha con sequenze MIDI generate dall’arranger stesso. Se ve lo state chiedendo, ho suonato gli accordi liberamente, senza preoccuparmi di facilitare il lavoro al convertitore.

Una volta aperto il brano nel software, anche qui in assenza di marker specifici, la funzione Easy ha assegnato i segmenti dei pattern in modo scombinato. Non è stata una sorpresa. Come sopra, ho provveduto con le operazioni di Edit a video per assegnare i segmenti di misure ai singoli pattern. Questa volta il lavoro è stato facilitato dal fatto che la song MIDI era composta di veri e propri pattern di uno stile.

Ho dunque salvato lo stile e l’ho provato su Genos2 e, tutto sommato, le tracce suonavano bene come l’originale. Ho riscontrato solo una piccola sbavatura in una variazione MAIN. Ma, in termini generali, ho riscontrato impercettibili differenze (mettendomi di impegno ad ascoltare lo stile originale da cui ero partito e quello prodotto della conversione). In buona sostanza, posso affermare che – in questo caso specifico – è stato rigenerato lo stile originale.

Esperimento 4: Creiamo uno stile completamente nuovo

Ho pensato: e se usassi MIDI Song to Style per creare uno stile nuovo? Invece di fare ricorso ad uno Standard MIDI File pronto all’uso, ho creato da me un brano MIDI su DAW (per fare in fretta ho usato Cakewalk by BandLab). Ho lavorato sapendo, sin dall’inizio, dove sarei voluto arrivare: ho programmato le diverse misure della song pensando già al loro riutilizzo come pattern di uno stile di accompagnamento. In altre parole, il brano creato da me aveva già in sequenza le sezioni già definite per diventare Intro 1-3, Main 1-4, Break, Fill-In ed Ending 1-3).

Con il convertitore, ho potuto ottenere uno stile nuovo tutto mio, perfetto per la mia esigenza musicale e specifico per il brano che volevo suonare in modo creativo sull’arranger.

Questo workflow è molto interessante e suggerisco di provarlo: grazie alla comodità delle numerose funzioni che le DAW offrono su PC/MAC, si possono produrre le sequenze MIDI migliori al fine di creare uno stile di accompagnamento nuovo e personalizzato. Mi sembra che questo sia un metodo di lavoro di gran lunga più rapido e potente rispetto la programmazione di stili da zero entro Style Creator sullo strumento.

Non male, vero?

Conclusioni

Il programma Yamaha MIDI Song to Style è troppo forte, molto facile da usare e si impara molto in fretta. Il risultato è all’altezza delle attese. Il manuale è scritto molto bene, tuttavia, è richiesto tempo per assimilare una pratica di affinamento per accrescere la propria esperienza e individuare con esattezza quali segmenti del brano siano i migliori per l’assegnazione ai vari pattern dello stile: questa sensibilità non è così scontata.

Naturalmente la qualità del MIDI file originale fa sempre la differenza e, come ho scritto sopra, si consiglia di raffinare la qualità della song prima di cominciare il lavoro di conversione. Gli arranger Yamaha dispongono di un ottimo sequencer MIDI di bordo oltre che funzioni di mixer e, pertanto, tali funzionalità sono disponibili a tutti, senza la necessità di dotarsi di una DAW (anche se l’uso di quest’ultima su PC/MAC potrebbe agevolare la vostra produttività musicale in modo esponenziale).

Dopo aver convertito un brano e ottenuto uno stile, consiglio a tutti di provare e riprovare ancora; non accontentatevi del primo risultato: come sempre, la buona musica è frutto di duro lavoro.

Ricordatevi che, in alternativa alla conversione dei MIDI file in stili di accompagnamento, si possono usare i marker per far funzionare una buona base MIDI “come uno stile” e saltare avanti e indietro da strofe a ritornelli, per poi finire con un Ending. Rispetto la concorrenza, Yamaha gestisce solo 4 marcatori in un brano: occorre “arrangiarsi”.

Suonare gli stili di un arranger: richiede impegno, ma scatena passione

Se pensate che suonare un arranger dal vivo sia un gioco da ragazzi, vi sbagliate. Suonare con gli stili di accompagnamento può certamente generare entusiasmo, ma rappresenta anche una sfida da non sottovalutare. Il risultato davanti al pubblico – come la vostra tranquillità a tempo di esecuzione – dipende dalle vostre abilità e dalla familiarità con lo strumento arranger che avete a disposizione.

Foto di Gezer Amorim

Controllo delle strutture armoniche fondamentali

Sebbene le tastiere arranger siano progettate per semplificare gli accompagnamenti musicali, è altrettanto vero che richiedono la padronanza degli accordi e dei concetti di armonia in generale. Coloro che hanno confidenza con i vari stili musicali si sentiranno a proprio agio suonando con gli stili dell’arranger; tuttavia, per chi è alle prime armi, è necessaria una pratica abbondante prima di cimentarsi dal vivo.

La conoscenza degli accordi è fondamentale. L’arranger si occupa degli accompagnamenti automatici, ma siete voi i veri alchimisti musicali. Chi si limita agli accordi di maggiore, minore e settima, è come chi rinuncia a vivere la propria vita con profondità: non abbiate paura, esplorate le profondità armoniche, osate con gli accordi più complessi e lasciate che le vostre armonie risolvano in situazioni sorprendenti e poco scontate. La musica è un viaggio senza confini, e gli accordi sono le stelle che guidano la vostra creatività.

Precisione metronomica

Per suonare gli stili con maestria, è fondamentale studiare ed esercitarsi a lungo per sviluppare una solida capacità di sincronizzazione. Dovete essere in grado di seguire il ritmo e cambiare gli accordi al momento opportuno. Tenetene conto sempre: la precisione è sempre un pregio e vi permetterà di ottenere il massimo dalle potenzialità del vostro arranger.

Metteteci del vostro

Esistono arranger che consentono di personalizzare gli stili, un’opzione che raccomando vivamente a tutti. Imparando a modificare gli stili del vostro arranger, potrete assegnare strumenti diversi alle varie parti, rimuovere eventuali tracce in eccesso, regolare l’intensità dell’accompagnamento e persino creare varianti personalizzate degli stili preimpostati. Questa attività richiede impegno e studio, ma vi permette di plasmare gli stili secondo il vostro gusto, rendendo il vostro modello di arranger unico e diverso da tutti gli altri.

Foto di Gerez Amorim

Famigliarità con il vostro arranger

Durante le esibizioni dal vivo, potrebbe esservi richiesto di passare da uno stile all’altro in modo fluido. Operare questi interventi con naturalezza è il risultato di lunga pratica al fine di guadagnare precisione esecutiva e familiarità con l’arranger. Non va poi trascurata la possibilità di imparare a gestire il volume degli strumenti e a fare attenzione alle singole transizioni nei passaggi da una variazione ad un’altra.

In conclusione

In conclusione, suonare con gli stili di un arranger dal vivo può essere semplice per chi ha una buona base musicale ed è disposto a esercitarsi. Pertanto, non esitate a prendervi tutto il tempo che serve per esplorare le funzionalità del vostro arranger e divertirvi a creare la vostra musica. Con un buon arranger e con la vostra capacità, potrete scatenare un entusiasmo sconfinato!

Yamaha Genos2: la mia recensione su SM Strumenti Musicali

Scrivere, dopo aver provato di persona, permette di essere più concreti nelle osservazioni. C’era così tanto da raccontare sulla nuova Yamaha Genos2 che ne è venuto fuori un articolo più lungo del solito. Del resto, ho scritto tutto quello che ho potuto sperimentare con il nuovo fuoriclasse Yamaha e ora potete leggere l’articolo di test su SM Strumenti Musicali.

Buona lettura!